Se faccio una foto di un dipinto, l'obiettivo principale sarà di riprodurre sullo schermo colori autentici all'originale. E anche nella fase di stampa devo assicurarmi che i colori siano fedeli all'originale senza migliorarli. Questo processo di ripetibilità per raggiungere un prodotto finale di qualità eccelsa viene spesso utilizzato nella stampa fine art.
Episodio 08
Calibrazione del monitor e di altri dispositivi
Gestione del colore nella fotografia
La qualità di un processo di conformità dei colori non dipende solo dalla qualità delle attrezzature coinvolte, ma anche dal profilo che deve descrivere al meglio l'apparecchiatura stessa. Più precisi e aggiornati sono i profili colore dei dispositivi, migliore sarà l'uniformità cromatica. La soluzione ottimale sarebbe di creare un profilo su misura per ogni dispositivo e rivalutarlo periodicamente. In linea di massima, la creazione di un profilo avviene facendo visualizzare ad una periferica un determinato colore e mediante appositi strumenti di misurazione vengono verificate le eventuali discrepanze tra il colore riprodotto e quello desiderato. Le informazioni raccolte vengono utilizzate per generare un "profilo colore" personalizzato. Più potente è lo strumento di misurazione, più colori vengono misurati e inseriti nel profilo, più accurato sarà il risultato.
Ci sono fotografi che ribattono: "L'esito non sarà mai perfetto comunque" e rifiutano qualsiasi forma di calibrazione. A mio parere soprattutto la calibrazione del monitor è una procedura da raccomandare. Perché anche se la resa del colore non è perfetta, il risultato sarà decisamente più equilibrato ed esatto che senza calibrazione. Ogni utente dovrà decidere le sue priorità. E può darsi che la conversione sRGB fornita dai vostri dispositivi sia sufficiente e la calibrazione superflua. Tuttavia, se volete andare sul sicuro, vale comunque la pena di calibrare i propri dispositivi.
Profilazione e calibrazione
Tra gli addetti al settore c'è molta confusione tra il termine "profilazione" e "calibrazione" che vengono spesso usati nel modo sbagliato: La profilazione è la misurazione di un dispositivo (per creare un profilo), la calibrazione invece è la regolazione del dispositivo. In altre parole: la profilazione del monitor non risolve nessun problema, la restituzione dei colori del suddetto monitor rimarrà invariata. Solo in fase di calibrazione, i dati ottenuti dalla profilatura servono a impostare il monitor per portarlo ad uno stato noto, definito dai parametri da noi scelti.
Calibrare il monitor
Se il monitor mostra colori che non sono corrispondenti, si lavora praticamente alla cieca. Solo se il monitor visualizza con precisione i colori sarà possibile prevedere in modo affidabile l'esito della stampa.
Un avviso per gli utenti di Windows: quando calibrate il monitor solo i programmi che supportano il profilo del monitor visualizzeranno i colori accuratamente. Programmi che ignorano il profilo del monitor visualizzeranno i colori in maniera non coerente (fra l'altro ciò succede anche con i programmi per gestire le foto di Windows e a programmi di elaborazione come IrfanView).
Per una corretta calibrazione del monitor ci serviamo di un software di calibrazione e di una sonda colorimetrica. Di solito questi dispositivi di misurazione vengono offerti in pacchetto con il relativo software, ad esempio l'i1Display Pro o lo Spyder4. I monitor di alta fascia hanno a corredo un proprio software per la calibrazione. EIZO, per esempio, fornisce i suoi monitor ColorEdge con il software ColorNavigator che esegue la calibrazione hardware del monitor fornendo risultati estremamente accurati. I software di calibrazione come ColorNavigator sono compatibili con gli strumenti di misurazione più diffusi. Esistono anche monitor di altissima qualità che dispongono di un sensore integrato che calibra il monitor quando necessario, eliminando la necessità di un dispositivo esterno.
La calibrazione avviene comunque sempre nello stesso modo: il software mostra un colore, la sonda di misurazione lo rileva e misura eventuali scostamenti, dopodiche calcola le modifiche da applicare per compensare eventuali errori e salva il profilo colore calibrato.
Punto di bianco
Le condizioni di luce cambiano durante il giorno e influiscono profondamente su come il colore viene percepito dall'occhio. A seconda del tempo e dell'ora del giorno, del tipo di sorgente di luce - naturale come il sole o artificiale come lampadine, LED o neon - l'aspetto cromatico cambia.
Nel processo di pre-stampa si fa spesso ricorso alle cosidette cabine luci di Normlicht, in cui è possibile deporre oggetti o stampe creando condizioni di confronto a luce controllata. Nella valutazione visiva tra monitor e la cabina Normlicht, il punto di bianco e la temperatura colore debbono essere rigorosamente impostati sugli stessi valori, sennò si potrebbero percepire dominanti di colore a causa dell'adattamento visivo degli occhi al nuovo punto di bianco. Queste "cabine luminose" sono disponibili nella temperatura di 5.000 K o 6.500 K, dette anche D50 o D65.
Per la calibrazione di monitor destinati alla prestampa, il punto di bianco viene impostato in maniera corrispondente al punto di bianco definito per lo strumento Normlicht. Quando viene eseguita la calibrazione anche l'ambiente deve disporre di un'illuminazione neutra in maniera che non disturbi la percezione del colore e gli occhi possano percepire sia nello schermo che sulla carta lo stesso tono di bianco.
Una pratica utile nel processo di prestampa, dove questa verifica viene effettuata quotidianamente. I fotografi, invece, lavorano praticamente solo con la visione a schermo. Per i fotografi, un confronto talmente complesso sarebbe eccessivo. Se si fissa lo schermo per un periodo prolungato automaticamente gli occhi si abituano alle condizioni luminose. Oltrettuto la maggioranza dei fotografi svolge il suo lavoro al computer in ambienti con finestre e non lavora con sorgenti di luce artificiale. L'intensità della luce e la distribuzione spettrale non è pertanto costante, il bilanciamento del bianco viene costantemente condizionato da fattoriesterni come condizioni del tempo e orario, diventa pertanto difficile stabilire un valore adatto affidabile. A mio parere, per i fotografi è sufficiente un valore del punto di bianco che corrisponda approssimativamente alla luce ambientale, in modo che lo schermo non presenti dominanti di colore.
Generalmente per la fotografia il software di calibrazione propone una temperatura colore di 5.500 K che tecnicamente corrisponde alla luce solare indiretta. I manuali per l'editing consigliano comunque spesso la temperatura colore 6.500 K, senza spiegarne il motivo. Se la vostra soluzione di calibrazione supporta la misurazione della luce ambientale, potete naturalmente utilizzarla. Se non siete muniti di lampadine standardizzate sul posto di lavoro, vi consiglio di affidarvi ai valori raccomandati dal software.
I comuni monitor richiedono un'impostazione del punto di bianco che spesso viene chiamato temperatura colore, colore o spazio colore. La mia raccomandazione sarebbe di impostare i valori raccomandati dal software di calibrazione. I monitor da ufficio talvolta sono presettati su un valore default molto alto di 7.000k e oltre. Se impostate 5.500k probabilmente avrete l'impressione che abbia uno spostamento verso il giallo - attendete per un attimo in maniera che gli occhi possano adattarsi alla nuova impostazione!
Nel programma di calibrazione selezionate quindi il valore impostato dello schermo o l'opzione "Nativa".
Punto di bianco nativo
Nei monitor a basso costo e in molti portatili non è possibile regolare il punto di bianco. In tal caso usate l'impostazione "nativa" per il punto di bianco invece di definire un valore specifico. In tal modo il software di calibrazione verifica il punto di bianco del monitor e lo utilizza. Un tipo di regolazione che tendo sempre a preferirei nei casi in cui non esiste la possibilità di regolazione della temperatura del colore, altrimenti il profilo dello schermo tende ad alterare fortemente i colori discapito della qualità.
Monitor calibrabili
Nei monitor calibrabili della serie CG di EIZO non è necessario impostare la temperatura colore. Potete settarla con precisione all'interno del software di calibrazione. Vi consiglio in tal caso di effettuare una misurazione delle condizioni di luce circostanti o alternativamente di assumere i valori raccomandati per la fotografia dal software di calibrazione.
Luminanza/luminosità
Il mio argomento preferito - luminanza - che altro non è che la luminosità dello schermo. Da decenni i diversi test e recensioni danno estrema rilevanza alla luminosità di uno schermo: i produttori se ne sono accorti e cercano di impressionare i lettori con elevati valori di luminosità nelle proprie specifiche tecniche. Per questo si registra una forte tendenza, a mia opinione insensata, che spinge verso monitor sempre più luminosi e brillanti. Come il punto bianco, anche il livello di luminosità del monitor deve essere adeguato alle condizioni di luce dell'ambiente. Il mio schermo di lavoro l'ho impostato ad una luminosità di 80 cd/m², e dopo un breve periodo di adattamento degli occhi lo trovo sufficientemente luminoso. I monitor più economici non offrono la possibilità di regolare la luminosità su valori tanto bassi. Io vi raccomando di rimanere su valore che vanno dai 80 cd/m² ai 120 cd/m². Più alta è la qualità del display e più ampio sarà il raggio di regolazione della luminosità (massima-minima). Da quando poi ho montato un paraluce (una protezione che protegge lo schermo da riflessi e riverberi) e il monitor è situato in una stanza del mio studio rivolta al nord, ho addirittura ridotto la luminosità a 60 cm/m².
Nel caso del mio notebook procedo in maniera diversa e scelgo il livello di luminosità che mi sembra confortevole e imposto l'opzione "nativa" nel software di calibrazione. Una resa cromatica fedele sarà possibile solo in parte, ma mi è sufficiente. E i colori saranno comunque riprodotti in forma più confacente che senza una calibrazione.
Un fattore che va sottolineato: il profilo calibrato del monitor deve essere sempre essere messo in relazione alla luminosità con la quale è stato misurato. Se viene modificato il livello di luminosità, sarebbe opportuno ripetere la misurazione, poiché ciò provoca un'alterazione evidente nella percezione dei colori. All'epoca in cui usavo il mio monitor EIZO in una stanza in cui entrava la luce solare ho per l'appunto creato un ulteriore profilo con una luminosità di 120 cd/m² che tiene in considerazione la luminosità più intensa a causa dei raggi del sole. Ho creato due profili separati che verifico e calibro periodicamente. Sul mio notebook, tuttavia, ho un profilo che utilizzo a tutti i livelli di luminosità. In definitiva una soluzione di ripiego, ma sempre meglio che lavorare senza calibrazione.
La calibrazione del punto di bianco ha come finalità il raggiungimento di un esito di stampa con un bianco corrispondente a quello visibile sullo schermo. La giusta luminanza invece ha come obiettivo che la stampa presenti la stessa luminosità dei colori dell'immagine sullo schermo.
Curva tonale/gamma
Parliamo di un fattore che non abbiamo ancora esaminato: la curva tonale e gamma, un elemento che riveste una grande importante in ogni spazio di colore, spesso descritto come valore gamma o correzione gamma che determina i mezzitoni, più precisamente come è distribuita la luminosità tra il bianco e il nero. Le fotocamere non sono così complicate: la quantità di luce che raggiunge il sensore determina quanto chiara o scura sarà la fotografia. I nostri occhi invece valutano in misura diversa l'intensità luminosa. La gamma dinamica in condizioni di luce relativamente bassa è superiore alle prestazioni raggiunte in condizioni di luce molto intensa.
In altre parole: nelle sezioni scure i nostri occhi sono in grado di percepire meglio la luminosità che nelle sezioni chiare. Per tenere conto di questo comportamento del nostro apparato visivo anche nell'elaborazione dell'immagine esiste la curva di correzione gamma.
Ogni profilo colore e spazio colore contiene una curva di riproduzione tonale che specifica non solo le tonalità ma anche l'intensità luminosa. Per l'elaborazione grafica è consigliabile che la curva tonale del monitor sia corrispondente alla curva tonale dello spazio colore di lavoro, in modo che la conversione dei dati dallo spazio colore di lavoro al profilo del monitor dia i migliori risultati. Il valore di gamma consigliato è 2.2, Adobe RGB usa 2.2 come standard. La curva tonale di sRGB non può essere descritta con un semplice valore gamma, molto probabilmente corrisponde approssimativamente ad un valore gamma di 2,2. Lightroom sfrutta per la visualizzazione la stessa curva gamma dello spazio sRGB. Solo ProPhoto RGB applica una gamma di 1,8. Tuttavia, 2.2 è una parametro ragionevole per la calibrazione del monitor. Una volta Apple raccomandava la calibrazione ad un valore gamma di 1,8, attualmente questo valore è stato portato a 2,2.
Alcune soluzioni di calibrazione offrono ulteriori settaggi come il rapporto di contrasto o l'adattamento automatico alla luce ambientale. In tal caso suggerisco di assumere i valori raccomandati dal software. L'unica impostazione che preferisco disattivare è l'adattamento automatico alla luce ambientale - non desidero che il monitor venga modificato durante la mia sessione di lavoro.
Calibrazione hardware
Il termine calibrazione hardware crea spesso confusione: se si sente parlare di calibrazione hardware si potrebbe erroneamente supporre che parliamo di un colorimetro (cioè di un dispositivo di misurazione). Il che sarebbe logico, ma è sbagliato. La calibrazione hardware avviene quando il monitor stesso effettua la conversione del colore dallo spazio colore di lavoro al suo spazio colore e la calibrazione avviene senza l'ausilio di una scheda grafica o mediante il sistema operativo. Questo, è comunque possibile solo con monitor avanzati come quelli della serie EIZO ColorEdge in combinazione con un software di calibrazione adeguato, nel caso di EIZO si tratta del software dedicato ColorNavigator.
Se il monitor dispone di una calibrazione hardware è assolutamente consigliato farne ricorso, la conversione del colore è assolutamente accurata. Se invece utilizzate una calibrazione software la conversione nel profilo del monitor non è ugualmente precisa, il che può portare all'insorgere di disuniformità.
Schermi multipli
Se utilizzate una postazione che dispone di più schermi, prima dell'acquisto di una soluzione per la calibrazione vi consiglio caldamente di verificare se è compatibile con la configurazione multischermo. Io ad esempio avevo uno schermo sRGB e uno schermo Wide-Gamut che funzionavano contemporaneamente e purtroppo il programma di cui disponevo cercava di trovare un denominatore comune. A causa di ciò lo schermo Wide-Gamut mostrava solo i colori sRGB, una scelta del tutto inaccettabile. In ogni caso l'uso di più schermi ha le sue insidie. Ad esempio, se si trascina una finestra da uno schermo all'altro, la visualizzazione di solito non verrà adattata al profilo del secondo schermo. Per questa ragione lavoro con due schermi, ma ne calibro uno solo le attività che ritengo critiche in termini di resa cromatica le effettuo sul monitor calibrato.
Monitor esterno
Se utilizzate un notebook in combinazione con un monitor esterno, vi consiglio di impostare il monitor in modalità estesa in modo che ogni schermo mostri la propria immagine. In caso contrario Windows potrebbe crearvi parecchie difficoltà durante l'applicazione dei profili. E se spegnete il display del notebook, a volte, Windows si rifiuta di applicare i profili.