Case Study ColorEdge
Vista spettacolare del centro della terra
All'età di 18 anni, Ulla Lohmann ha vinto il concorso "Jugend forscht" e ha utilizzato il premio in denaro per intraprendere un viaggio intorno al mondo, che ancora oggi, a più di 40 anni, sembra essere in corso.
Ulla Lohmann vive attualmente in Baviera. Fotografa di viaggio e regista di successo, trascorre gran parte dell'anno all'estero e i suoi servizi fotografici sono regolarmente pubblicati da riviste di natura e paesaggio come National Geographic e Geo.
Per il reportage "47 Summits", Lohmann si è posta l'obiettivo di scalare e fotografare le 47 vette più alte d'Europa in 470 giorni. La gravidanza e nascita del figlio Manuk e il lockdown dovuto alla pandemia Covid hanno impedito la realizzazione del progetto nei tempi previsti. Ciononostante, ne è scaturita una interessante rassegna.
Fotografare i vulcani è la passione che ha ispirato il suo lavoro e punto focale della sua attività. Già da bambina durante la visita della città di Pompei, aveva avuto modo di farsi un'idea del potere e dell'irruenza di un vulcano e il fascino particolare della loro natura primordiale non l'hanno più abbandonata, anche se la realizzazione delle prime foto ai bordi di una colata di lava sulle pendici del vulcano Benbow sull'isola Ambrym furono portate a compimento molti anni più tardi. Nel 1999 ebbe per la prima volta l'opportunità di raggiungere i bordi di un cratere nel Pacifico nell'isola Vanuatu. Nelle profondità del cratere era possibile intravedere un lago incandescente e questo fenomeno naturale ha fatto crescere in Lohman il desiderio di esplorare da vicino questo fenomeno straordinaro e catturare la magia irripetibile delle colate laviche.
Massima determinazione
La perseveranza è sicuramente una delle virtù che caratterizzano la regista e fotografa che ha perseguito i suoi obiettivi con determinazione e una certa caparbietà. Per raggiungere la sua meta, si è unita ad una spedizione di National Geographic, inizialmente lavorando nel gruppo come cuoca. Successivamente ha studiato ecologia ambientale e giornalismo fotografico in Australia dove fu pubblicato il suo primo reportage. Nel corso di uno dei suoi viaggi, ebbe l'occasione di incontrare l'alpinista Basti Hofman di cui si innamorò – una coppia che da allora condivide la stessa passione per l'avventura, i viaggi e la fotografia.
Nel 2014 il grande sogno di Lohmann era a portata di mano: insieme a Basti e al vulcanologo francese Thomas Boyer è riuscita a inoltrarsi per cento metri nel corpo sotterraneo del cratere Benbow. Il sopravvenire improvviso della pioggia che ha provocato la formazione di valanghe di fango in combinazione con l'esplosione di gas tossici hanno reso impossibile il proseguire del cammino. Nonostante l'interruzione immediata e la pronta risalita si si sono salvati davvero all'ultimo minuto. „Interrompere la spedizione così vicina alla meta è proprio un brutto colpo. Devo ammettere che è estremamente duro e frustrante“.
Il tentativo seguente nel 2015 iniziò in maniera poco promettente: per oltre tre settimane, il team fu costretto ad aspettare ai piedi del vulcano in capanne improvvisate per attendere che la pioggia torrenziale smettesse. „Mi sembra di essere un animale chiuso in gabbia e la pioggia è la mia cella“, scrisse Lohman nel suo diario di viaggio. Fortunatamente prima del termine del viaggio, il gruppo di esploratori ebbe l'opportunità di cimentarsi nella scalata del vulcano.
Ai bordi del cratere si sono calati per 150 metri nella bocca del vulcano per raggiungere il primo strato interno. Hanno proseguito per oltre 110 metri fino ad arrivare al secondo strato della struttura del vulcano, solo a questo punto dovettero interrompere l'impresa. In questa circostanza ebbero l'occasione di fermarsi al primo strato interno per ammirare uno scenario incomparabile e straordinario: a soli 50 metri di distanza un lago di magma con lapilli incandescenti di oltre 70 metri di altezza. Il vulcanologo Boyer misurò la temperatura: 1.276 gradi – 200 più del previsto. Ulla Lohmann scattò immagini mozzafiato di incredibile suggestione. E avvolti in tute termiche, Ulla e Boyer presero rilievi geologici.
L'inizio di un profondo legame
Sia il geologo Boyer che Lohmann si recano per lunghi periodi dell'anno ad Ambrym e curano uno stretto rapporto con gli abitanti delle isole. „pensa, ci sono sull'isola già tre bambine che portano il mio nome“, racconta Ulla con particolare orgoglio. L'omonima Ulla ha raggiunto gli otto anni il che testimonia il profondo legame con i suoi abitanti. La cordialità, la capacità di comprensione e la sua profonda sensibilità artistica le permettono di mantenere uno stretto legame culturale e spirituale con le persone che la circondano. Imparare la lingua è parte integrante della sua filosofia. In tal modo è riuscita ad ottenere anche la fiducia della tribù Anga in Papua Nuova Guinea.
„Il capo della tribù Gemtasu mi ha accolto come una figlia. Mio marito gli ha ufficialmente chiesto la mia mano. Come regalo di nozze ho ricevuto persino un maiale“, rivela la fotografa ammiccando. Gemtasu nel frattempo è morto, ma prima di morire ha chiesto a Ulla di mantenere una singolare promessa: di fare in modo che possa essere imbalsamato, come era usanza e tradizione nelle precedenti generazioni e di impegnarsi personalmente a documentare tutto il processo. Dopo una lunga riflessione, Ulla decise di accettare anche questo difficile compito. Proprio questa serietà e attenzione nel cogliere i momenti più intimi caratterizzano tutti i suoi lavori e il suo stile inconfondibile, realizzando reportage e immagini memorabili.
Convertire le esperienze in immagini
Quando l'artista torna a Baviera dopo un reportage, si occupa personalmente di ritoccare le sue foto nello spazio colore sRGB, lo standard creato per il web. „Inizialmente per la stampa dei miei servizi mettevo le mie immagini a disposizione delle case editrici nella forma grezza, nel formato RAW“ racconta la fotografa. „In tal modo gli offrivo la possibilità di valorizzare al massimo le mie foto“, racconta Lohmann, "purtroppo alla fine i risultati su carta non erano sempre apprezzabili.“ Lohmann utilizza attualmente il ColorEdge CG319X di EIZO e ne è entusiasta: „è fantastico poter percepire l'intero potenziale cromatico delle mie foto. Specialmente le gradazioni del rosso della lava raggiungono all'improvviso tutto un'altro livello di intensità.“
Per evitare spiacevoli sorprese durante la pubblicazione di foto stampate, Lohmann preferisce elaborare e ritoccare di persona tutto il materiale fotografico. „Se possiedo un profilo ICC della stampa ed elaboro le foto sullo schermo in versione soft proof, posso assicurarmi che l'esito stampato mantenga immutato la cromaticità e autenticità della ripresa originale“, spiega Lohmann. Di particolare aiuto sono le sonde di calibrazione integrate nei modelli della serie CG di EIZO che agiscono in maniera automatica, permettendo una resa sempre fedele. Questa coerenza rimane inalterata anche nel caso in cui Lohman si trova in viaggio e il monitor non è collegato al suo PC. Una volta tornata a casa, l'artista può iniziare immediatamente l'editing del nuovo materiale fotografico e video, senza doversi preoccupare di questioni tecniche come la calibrazione del monitor o altro.